Francesca De Rubeis

“Habitus come Habitare.” (Francesca De Rubeis)

Francesca De Rubeis è nata a Ortona a Mare (CH) nel 1978, vive e lavora a Roma.

“Il contorno non è un accessorio: è parte dell’opera. Ma fino a dove arriva il contorno, e quindi l’opera? Immagine, cornice, parete, galleria, via, quartiere, città. Stato, pure. E perfino continente. L’opera è quello che si dice e come lo si dice, ma anche quando, e certamente dove. Se la scelta dell’artista da parte della galleria ha forza costitutiva per l’artista, vale anche l’inverso: scegliersi è un riconoscersi, un reciproco confermarsi nel sistema. E può essere di più. Alla convocazione della galleria, Francesca De Rubeis artista – giovane ancorché tutt’altro che inesperta – con legittimo orgoglio scavalca la semplice risposta affermativa e si impossessa idealmente dello spazio per interpretarne le fattezze: il marmo del suolo, sebbene incolore, non è monotono, eccepisce. L’asetticità solo relativamente perfetta del luogo è il pretesto per spingersi oltre: che le Veroniche – per quanto già compiute nella loro energia visibile – siano esibite entro sagome esasperate. Il gioco di sponda così messo in piazza da De Rubeis è squisito: contenuti e forme si rincorrono come in un inedito girotondo concettuoso: l’identità e la femminilità non sono di per sé valori, come non lo sono il colore o l’incolore, la ridondanza o la neutralità. Nessun’entità al mondo – che la si veda oppure no – detiene virtù intrinseche: il pregio di ogni cosa dipende da quello che ci si fa, e come; e quando e dove. In questo sentire, riconoscersi è un capirsi al volo: dirsi molte cose non serve. Né è utile, a ben riflettere, raccontarne troppe al pubblico: egli stesso contorno – si sa – può e deve, di fronte all’opera, decidere se farne parte o rimanere suo ignavo accessorio.” (Carlo Gallerati)

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